La narrativa della vita - Luca Nali

La narrativa della vita

Pensiamo alla nostra struttura mentale che è fatta di posizioni di un certo tipo e che abbiamo assunto perché più conformi alla nostra narrativa precedente.
Un concetto di base che ci attrae e c'interessa semplicemente perché è più vicino a quanto abbiamo già pensato, così da non scomodare troppo la nostra energia. In questo modo, e con il presupposto che quanto ci viene detto somigli a quello che, in precedenza, abbiamo già appreso da altri, finiamo col crederci.
Anche quando facciamo delle ricerche c'informiamo, prevalentemente, su argomenti più vicini al nostro pensiero stabile.
Quella che definiamo cultura, nei fatti, è una serie di contenuti da usufruire e da avere a disposizione; in sostanza, finiamo col conoscere quello che ci è stato narrato da altri.
In questo momento, si sta alterando un campo magnetico e stanno realmente accadendo cose pazzesche; semmai servisse una conferma, sappiate che ricevo mail dai contenuti incredibili e che potrebbero essere ricondotti a quanto abbiamo visto nel film Matrix.
Oggetti che spariscono, episodi di déjà vu e altre situazioni perlomeno sconcertanti.
Come sapete, la meditazione che pratico è di mia invenzione; mi auguro che anche voi riusciate a formarvi, a comprendere cioè la meccanica di alcuni principi con i quali è possibile procedere sino ad arrivare ad una forma di meditazione vostra. Nel momento in cui abbiamo compreso quali sono gli strumenti a nostra disposizione, penso possa essere importante provare ad inventare una forma di meditazione personale, il proprio modo di attingere al sottile, all'invisibile.
La meditazione, infatti, non è necessariamente quella che viene praticata nella posizione del loto, o in condizioni simili, in realtà n'esistono moltissimi tipi.
Mi viene in mente, per esempio, la walking meditation che funziona molto bene se viene praticata in solitudine, nel verde e, soprattutto, su terreni irregolari. A causa delle condizioni sconnesse del terreno sarò infatti costretto, ad ogni passo, ad adattare il mio piede alle imperfezioni e, inoltre, camminando nella natura, non solo procurerò una buona ossigenazione al cervello, ma anche una ginnastica ai due emisferi (il destro che propende per la creatività e per i sentimenti, il sinistro per la logica, il ragionamento e la gestione meccanica) che fa sì che questi si uniscano non riuscendo più a lavorare in parallelo. Avrò, a quel punto e a mia disposizione, una grandissima fonte d'ispirazione.
La mia personale meditazione, che chiamo second life e che per un lungo periodo ho praticato con la frequenza 4Hz, ora è accompagnata dal suono di un tamburo oceanico. Questo strumento simula perfettamente il rumore del mare. Quando sono nella mia second life, comincio a fare domande e mi perdo, mi stacco completamente da quella che è la condizione esterna per entrare nel mio mondo. Spesso reitero sogni o esperienze. A volte arrivano informazioni mentre in altre occasioni non accade nulla. Anche in quest'ultimi casi, però, percepisco sempre che, al mio interno, qualcosa è accaduto.
Vi racconto cosa mi è successo di recente.
Considerate che pratico la second life nella mia stanza che è insonorizzata e che faccio in modo di essere completamente isolato. La benché minima intrusione, infatti, sarebbe sufficiente per farmi, letteralmente, saltare.
Qualche giorno fa, nel corso della mia meditazione, mentre ero in uno stato di profondo rilassamento e totalmente certo che nella stanza non ci fosse nessuno, mi sento toccare una spalla.
Una carezza affettuosa fatta, per come l'ho percepita, dalla mano di un anziano.
Avete presente come fanno gli anziani? Quando un anziano ti tocca lo fa con un certo timore, con quella sorta di reticenza generata dal timore di non venire accettato.
Sento, quindi, accarezzare la mia spalla con infinito amore, come a voler comunicare: “É tutto a posto, va tutto bene. Continua così.” A quel punto, sono sveglio e il tocco sparisce.
Vi posso garantire che quanto ho sentito aveva la medesima sensazione, forse anche più forte, di quella che provo ora mentre mi sto toccando la spalla e che quel gesto mi ha procurato una gioia immensa oltre ad un senso di speranza inaudita. Queste sono le cose che accadono.
Ho collegato quel tocco a mia nonna che rimane, per me, un grandissimo riferimento, stabile e molto importante, perché tra noi c'era amore puro e quando ho bisogno di sapere un po' di cose chiedo a mia nonna anche se a volte mi risponde mentre altre no.
Magari ha troppo da fare là dove si trova...
Quanto sta accadendo in questo momento, perché stanno succedendo veramente molte cose, difficilmente sarete in grado di apprenderlo grazie a quanto avete studiato.
Queste, sono cose che vanno sperimentate in prima persona.
Abbiamo un gap, una linea, una timeline se volete, di esperienze che chiamiamo vita e, restando al suo interno, reagiamo e operiamo, per lo più, sulla base di alcune emozioni provocate o suscitate da altri; osservando, poi, le coerenze che si trovano all'interno di questo spazio traiamo conclusioni. Cerchiamo anche di essere produttivi, efficaci e di creare qualcosa.
Questa linea, sappiate, che è valicabile; pensiamo che non lo sia solo perché qualcuno ha detto che non lo è e frasi del tipo: “Ah, sei sempre con la testa per aria.” “Non sei abbastanza concreto.” “Dovresti essere più fattivo, sei sempre troppo distratto.” intendevano, unicamente, rafforzare il loro concetto.
In virtù di quanto ci è stato detto, siamo frenati, convinti che non sia fattibile, ma la linea che divide l'altro spazio, dove accadono altre tipologie di cose, è in realtà valicabile.
Succedono molto cose che hanno anche un riverbero su quella linea che continuiamo a ritenere assoluta perché è la concezione predominante.
Sto parlando di magnetismo, di vibrazioni e sappiate che in questo particolare momento è molto facile valicarla, andare oltre. È possibile andare in altri spazi.
La ricerca di informazioni relative a quello che sarà della nostra vita e la percezione che abbiamo della nostra vita in divenire, che tanto timore generano in alcune persone, viene spesso rassicurata da informazioni che arrivano dall'esterno; non è sbagliato, ma la vera emancipazione si manifesta quando comprendiamo due cose fondamentali: la prima è che non ci si libera in massa perché siamo elementi individuali (abbiamo vissuto in solitudine il trauma della nascita, cioè quando siamo morti alla condizione precedente, e vivremo in solitudine il trapasso); la seconda è che nessuno compie uno sforzo consapevole per inventare qualcosa di strano, di originale per andare da altre parti, oltre il piano materico e formulare domande straordinarie, quelle che tutti vorrebbero ascoltare.
Quando si parla di archivio akashico, o di fonti alternative, s'intendono luoghi ai quali è possibile accedere alterando il nostro campo magnetico e vibrazionale che, naturalmente, non può essere lo stato ordinario nel quale ci troviamo. I metodi sono tanti, dalle tecniche di respirazione alla meditazione.
Per esempio, possiamo alterare il nostro sistema percettivo anche guardando alle cose.
Quando guardiamo qualcosa l'occhio, in condizioni ottimali, tende sempre a mettere a fuoco l'immagine, ma se voi andate oltre questo fuoco succedono ben altre cose.
Potete provare, anche adesso, a mettere in pratica una tecnica essena da praticare in coppia: mettetevi uno di fronte all'altro e portate lo sguardo al sesto chakra, alla ghiandola pineale; puntate lo sguardo e, evitando di sbattere gli occhi, mantenetelo su quel punto. Quando cominciate a provare fastidio, perché non riuscite più a mettere a fuoco, continuate e vedrete apparire, nel volto dell'altra persona, volti che mai avete visto in vita vostra.
Nel momento in cui compaiono queste immagini, sgranerete gli occhi cercando di ricondurre l'esperienza che state vivendo al vostro background, a quanto avete già acquisito.
Ma se andate oltre questo passaggio, se rimanete vigili e concentrati consentendo l'alterazione ottica, vedrete altri volti. L'ho sperimentato io stesso, qui in studio.
Gli esseni sostenevano che quei volti fossero reminescenze di vite passate.
Considerate, però, che anche gli scritti esseni, ora in nostro possesso, sono stati manipolati; io, perciò, mi limito a riportarvi la tecnica.
Nel momento in cui desideriamo sapere o vedere alcune cose, informarsi va benissimo; ciò nonostante considerate anche che è possibile alterare il campo percettivo. Soprattutto in questo momento.
Molte persone, anche tra coloro che vivono quest'ultimo periodo con apparente maggior consapevolezza, consci di quanto conoscono, si fanno forti; ma si parla sempre di vita narrata in questo spazio, una vita vissuta nella medesima area.
Non so se conoscete l'icona rinascimentale, o medievale, piuttosto famosa che raffigura una calotta celeste formata da stelle e pianeti e un omino con il corpo all'interno della raffigurazione e la testa al di fuori. L'immagine sta a significare che è giusto che il corpo rimanga nella materia, ma che l'apparato cognitivo e percettivo dovrebbe essere fuori da questo spazio.
È necessario essere folli.
Se vi circondate di persone particolarmente concrete, o razionali, sarà molto difficile che accada, ma se, invece, decidete di trascorrere momenti straordinari in totale solitudine, anche in città , ma nel verde, sarà più semplice.
Quando altero il mio campo ottico vedo cose che in una condizione ottica ordinaria non potrei vedere o percepire, eppure esistono. Giuliana Conforto, grandissima scienziata che apprezzo infinitamente, ha detto che interagiamo con lo 0,05% di tutto quanto esiste su questo pianeta, in questo spazio energetico.
Provate ad indagare, a fare domande, ad andare oltre quanto già sapete; v'invito, inoltre, a non fissarvi eccessivamente sugli elementi conoscitivi narrati da altri ritenendoli attendibili e di riferimento. Se desidero qualcosa di assoluto, un elemento che determina una sicurezza per la mia vita, devo andare oltre.
Per allenare la vostra percezione ottica, potreste per esempio puntare lo sguardo su uno stereogramma e focalizzare la vostra attenzione all'incirca 20/30 cm oltre l'immagine. Lo faccio anch'io con voi, non l'ho mai fatto prima. (Dopo aver osservato l'immagine per alcuni minuti: Ecco, vedo una capra, una capra con le corna, è di ¾. La vedo in 3D)
Arrivano già molti commenti, qualcuno non vede nulla mentre altri vedono la capra un po' sfocata, qualcun altro, invece, la vede molto lucidamente. Manuela, che ringrazio perché non conoscevo questo “trucco”, consiglia di focalizzare prima lo sguardo sullo schermo nero e poi di puntarlo sull'immagine fissando una zona ben precisa e a quel punto, scrive, si aprirà tutto.
Questo esercizio è un modo per iniziare a vedere l'aura, per riuscire a vedere oltre il campo ottico e allenare l'occhio a cambiare la frequenza.
Leggo di qualcuno che, a causa dell'eccessivo rumore provocato dai vicini, non riesce a concentrarsi.
Questo commento mi fa venire in mente quanto accaduto, un anno fa, con un mio vicino di casa.
In pratica, c'è stato un bisticcio causato dal fastidio che gli procuravo ogni volta che suonavo le campane tibetane o altri strumenti. In realtà, quello molto arrabbiato era lui io, di fondo, ero tranquillo...
Ciò nonostante, a Natale, gli ho portato in dono una piantina per ringraziarlo della pazienza.
Questo piccolo gesto, non solo l'ha stupito perché completamente inaspettato, ma ha fatto sì che tra noi nascesse un'amicizia. Ci ha permesso, cioè, di conoscerci, di scambiare opinioni, di risolvere i problemi osservando che, effettivamente, le pareti dei nostri reciproci appartamenti sono davvero sottili.
In parole semplici, è nata una bella amicizia e, per assurdo, quell'episodio ci ha uniti.
Se avessimo, al contrario, perpetuato un atteggiamento risentito, avremmo finito col creare ulteriori malumori e problemi.
Un esempio di come, scomodando il Transurfing, adottando un comportamento diametralmente opposto alle sollecitazioni già note, accadono miracoli.

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