Come realizzare l'abbondanza - Luca Nali
Numerosissime persone mi scrivono in merito alle difficoltà maggiori, e più importanti, che incontrano in ambito economico.
I soldi, l’abbondanza, il denaro…
Ci sono 3, forse 4, questioni che riguardano tutti gli individui e sono:
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sentimentali (più generico, di relazione);
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esistenziali;
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economiche.
Potremmo, volendo, anche inserire le "questioni di salute".
Tra tutte, la più semplice da risolvere è quella economica.
Quando, a questo proposito, mi trovo a parlare con le persone e a indicare loro una diversa modalità per rapportarsi al denaro la risposta più frequente è: "Ma è difficile!".
La persona che risponde in questo modo è alla ricerca di un alibi, non di una soluzione.
In realtà, quello che è importante comprendere è che va cambiato, che va sconvolto, è il modo di percepire "la galassia denaro".
Il denaro è un feticcio e quando crediamo di possederlo è lui a possedere noi.
Un aspetto molto importante, è smettere di anelare al denaro in sé e di per sé.
Più l’aneliamo e più lo respingiamo. È un passaggio che va elaborato.
Un altro passaggio molto importante, prima di attuare la nostra strategia, è comprendere a quale categoria apparteniamo.
Ci sono, infatti, due principali tipologie. Ognuna con caratteristiche differenti, ben determinate e definite.
La prima: spendo più di quello che ho.
Una persona riesce a far entrare denaro ma spende più di quanto guadagna.
In sostanza, sta affermando: "Non sono meritevole".
Quando, alla persona del primo tipo, arrivano soldi il suo sistema gestionale afferma (nel suo intimo, non è un pensiero razionale): "Devo spenderli" "Cosa sono tutti questi soldi? "Che me ne faccio?"
Cerca solo di liberarsene. Li regala, li spende, compra cose fondamentalmente inutili.
Vive il denaro come un fardello, un disagio di cui liberarsi.
Il lavoro da fare è sul senso di colpa, sul non sentirsi legittimati e meritevoli.
Sul non sentirsi protagonisti della propria vita.
La seconda: i soldi non entrano nella mia vita.
Altro caso è, invece, quello della persona che appartiene alla seconda tipologia.
Quella di chi proprio non riesce ad avere entrate in denaro.
La persona si sente incompresa, sola, isolata.
La strategia da attuare è staccarsi da chi ci fa sentire degli inetti.
Schermarsi da coloro che ci fanno sentire di non essere all’altezza.
È nel fare le cose a modo nostro che consentiamo ai nostri talenti di emergere e non scimmiottando gli altri. Evitiamo di replicare quanto non parla di noi.
Il denaro è un flusso e come tale andrebbe vissuto e considerato.
Ad esempio, io non conto mai i denari. Non so quanto guadagno al mese, li metto in una scatolina e li prendo ogni volta che mi servono.
Poi li metto in circolazione.
Il mio atteggiamento è quello di rimetterli in circolo, di farli confluire in un sistema energetico e con una libertà tale da pensare che, con la stessa facilità, i soldi ritorneranno.
Con grande leggerezza.
Questa attitudine è, però, parte di un mio schema e non posso consigliarlo a chi ha un rapporto differente con i soldi…
Le attività che producono denaro, sono tutte quelle in cui la persona si inventa; quelle in cui mette in campo, e a disposizione del genere umano, ciò che sa fare.
Senza condizionamenti.
Senza preoccuparsi se siano attività degne, o meno, di attenzione.
Spesso porto ad esempio Amma, meglio conosciuta come "la madre che abbraccia".
Qualche anno fa, io e Sonia, siamo stati in Kerala nel suo ashram.
Amma, parlando di sé, racconta che da piccola era povera, non possedeva nulla ma avrebbe voluto fare qualcosa per gli altri.
Così, ha cominciato ad abbracciare i sofferenti e ne ha fatto un impero.
Un vero impero.
C’è un episodio piuttosto significativo di cui lei, a torto o a ragione, si è spesso fatta vanto e riguarda l’alluvione che colpì l’India tempo fa.
In quell’occasione, Amma donò una somma.
Quella donazione risultò, poi, essere di gran lunga superiore a quanto aveva stanziato il governo per gli aiuti alla popolazione colpita da quel disastro naturale.
Con nulla, attraverso la sua pratica, al fatto di amare ciò che faceva ha creato qualcosa che si è trasformato in un impero.
Se sentite di avere una particolare caratteristica, una vostra peculiarità e magari temete che possa suscitare indifferenza negli altri, al contrario, credeteci. Credeteci, divertitevi e non pensate ai soldi.
Fatela.
Naturalmente, questo vale per chi non ha un’impellente urgenza economica…
Nel momento in cui una persona ha una minima base, un lavoro (qualunque lavoro) che gli permette di vivere e nel tempo libero si crea un hobby, da quel momento la persona comincia a crescere.
Sono queste le onde, le vibrazioni che fanno andare le cose per il verso giusto: è l’entusiasmo.
È il Dio che esiste dentro ognuno di noi (Deus autem qui exstat in me) che si risveglia.
Quando assumiamo questa attitudine senza pensare ad un eventuale tornaconto, ai benefici in termini economici che potremmo trarne, cominciano ad arrivare i risultati.
Tanto più vogliamo attenzione dalle persone tanto meno ce ne daranno.
Al contrario, è nel momento in cui non ce ne preoccupiamo che ci daranno quanto desideriamo.
Smettiamo di pensare, di desiderare l’abbondanza e cominciamo a divertirci nel fare ciò che facciamo.
Ancora più importante, è collocare questa esigenza all’interno di uno scenario molto più ampio che non è, semplicemente, riuscire a fare soldi ma fare una bellissima esperienza sul pianeta.
Pensare che stiamo vivendo una vita che non ha senso perché, come diceva Alda Merini, "La vita non ha senso, la vita ci dà senso".
Dovrebbe essere più importante, per noi, l’esperienza che facciamo sul pianeta perché tutto quanto abbiamo accumulato, tutte le nostre storie, gli amori, gli incontri, svaniscono.
Implodono e nemmeno sappiamo dove vanno a finire…
Ciò che rimane è il senso che queste esperienze hanno avuto per noi.
Riduciamo l’importanza (e qui, coinvolgo il Transurfing) rispetto alla "questione soldi"; cominciamo a divertirci. Restiamo leggeri.
Soprattutto, collochiamo questa esperienza all’interno di una prerogativa che è esistenziale.
A quel punto, quel genere di ricerca, di evoluzione, di sconvolgimento che entra a far parte della nostra esistenza avrà ripercussioni in termini di contenuti.
Il corpo è temporaneo, è la nostra anima, nelle varie manifestazioni, ad essere perpetua.
Quando facciamo un’esperienza che ci arricchisce è solo allora che possiamo dire di aver fatto qualcosa di veramente grande.
Ci sono stati momenti in cui, dopo aver fatto trattamenti particolarmente significativi, sono arrivato a pensare: "Se anche ora perdessi tutto, mi rimarrebbe questa bellissima esperienza".
Non pensavo a quanto era scaturito in termini di guadagno, ma all’esperienza in sé.
Al valore che quell’esperienza mi aveva dato.
Quando diamo valore a ciò quello facciamo, e non a quello che potremmo ottenere, è a quel punto che attireremo denaro.
Il denaro va anche lasciato andare con grande facilità (evitando, s’intende, di arrivare alla deficienza economica).
I miei trattamenti (a differenza dei corsi che tengo e che prevedono una serie di costi vivi) sono ad offerta libera.
Ho anche l’abitudine, inoltre e da anni, di fare donazioni; beneficenza, se preferite (anche se non amo particolarmente questo termine).
Non regalo soldi, affido compiti a persone che conosco personalmente e di cui ho certezza dello stato economico. Offro loro un lavoro.
Per esempio, non ricordo quante volte ho chiesto di imbiancare lo studio anche quando non ce n’era necessità…
Creo una situazione di ricircolo in cui avviene uno scambio.
In questo modo la persona non assume il ruolo di vittima, non si sente un pusillanime.
Ottiene, lavorando, la somma di cui necessita per far fronte a quelle che sono le sue esigenze primarie.
È una pratica che vi consiglio con tutto il cuore.
In merito al denaro, e non solo a quello, rimanete in linea leggendo i libri sul Transurfing.
Quando sono in uno spazio delle varianti in cui ho questo genere di difficoltà deve cambiare il mio modo di percepire quella condizione; in caso contrario, rimarrò all’interno di quello stesso spazio.
Uno spazio in cui, molto probabilmente, non c’è denaro.
Dovrò spostarmi, allora, verso un altro spazio. Uno spazio delle varianti dove esistono altre possibilità e due saranno i fattori che, prevalentemente, cambieranno.
I due elementi principali, quelli che ci consentiranno di aumentare le nostre entrate indipendentemente dallo scenario esterno, sono:
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la nostra capacità di creare relazione umane;
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la nostra energia vitale.
Per relazionarsi con le persone è sufficiente guardare ai loro lati positivi, parlarne bene anche quando sono assenti.
Quando avrò modificato e, successivamente, consolidato queste due caratteristiche sarò in grado, in modo del tutto naturale, di traslare su un altro spazio delle varianti e di avere accesso ad altre possibilità.
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