La potenza della morbidezza
Abbiamo a che fare con una parte di persone lobotomizzate da programmi televisivi; la televisione, anche quando riporta quanto potremmo considerare verità, non va comunque ascoltata perché applica la strategia psicologica del manipolatore o del narcisista.
Il narcisista mescola sempre cose buone con cose cattive per creare dissonanza cognitiva.
Quando si viene a contatto con due realtà contrastanti, il cervello elabora la prima verità e poi, cercando di elaborare anche la seconda, va in ridondanza e mentre cerca di comprendere, di scindere la non verità dalla verità, è completamente frastornato. A quel punto, potresti dire di tutto perché questo stato di stordimento non passa rapidamente, anzi tende a durare parecchio.
Quindi, non facciamoci fregare.
All'epoca in cui ero anch'io un ominide palmato vennero arrestate alcune persone, poveri capri espiatori, cui venivano imputati vari reati legati al terrorismo. Mi colpì molto la storia di una ragazza che lavorava presso un'edicola (la classica lavoratrice precisa, diligente, seria, affidabile) che venne accusata di essere una fiancheggiatrice di un gruppo terroristico.
Il messaggio implicito non era dimostrare che i terroristi sono onesti lavoratori, ma per significare che anche il più insospettabile tra i cittadini può essere un terrorista.
Ognuno di noi, quindi, avrebbe poi guardato all'altro con timore e sospetto. Come si guarda un potenziale terrorista...
Il Mainstream non è a nostro favore, l'informazione vera è quella che possiamo verificare in prima persona e vale anche per quella considerata “di contro tendenza”. Le cazzate sono anche lì.
Non dobbiamo combattere una battaglia, dobbiamo essere liberi.
Nei commenti che ricevo spesso mi imbatto in affermazioni del tipo: “Vinceremo!”
Ma vincere contro chi? Contro gli ominidi palmati?
Innanzitutto, se mi metto contro un sistema che, di fatto, mi contiene vince lui; io, semmai, posso scegliere di starne fuori.
Ancora una volta, perciò, vi invito ad essere morbidi.
Quando era dentro la psicosetta religiosa vedevo contraddizioni agghiaccianti, situazioni ai confini della realtà, e quando esprimevo il mio disagio mi veniva risposto che, come del resto accade nel mondo, c'erano sì alcune ingiustizie, ma che solo rimanendo all'interno avremmo potuto modificarle.
Sono rimasto 20 anni e nulla è stato cambiato.
Non funziona così. Vuoi cambiare una situazione? Chiamati fuori.
Coloro che ancora si ostinano a rimanere nel sistema, e al contempo vogliono fare la rivoluzione, non hanno ancora capito che non si può fare. L'unica possibilità è uscire dal sistema.
Il primo passo da fare non è combattere, ma decidere di non partecipare più, assumendosi i rischi e pericoli del caso.
Chi intende fare la rivoluzione, non rimane nel sistema comportandosi da bravo cittadino, rispettando norme e regole e aspettando che “qualcuno” gli dica: “Sei stato bravo, ora sei autorizzato!”
La rivoluzione si fa chiamandosi fuori il più possibile da un sistema che ci tiene fortemente vincolati e iniziando a pensare alla propria libertà.
Non facciamo la guerra, scegliamo di non vivere questa situazione e, credetemi, ci sono sempre le soluzioni. Ma se una persona è agguerrita, arrabbiata, non le trova.
Non otteniamo la libertà combattendo, come dicono i film. Uno dei tanti condizionamenti che hanno inserito nei film...
Come quando parlano di conflitto: quello interiore, generazionale, di coppia, genitoriale, etc. etc.. Il conflitto è un invenzione dell'uomo. L'universo si muove per leggi armoniche, senza conflitti.
Quindi, toglietevi la guerra che avete dentro, aprite la mente e iniziate a vivere da persone libere.
Si può vivere senza guerra, si può scegliere di essere persone libere.
Social di Luca Nali